Che cos’è l’Artrosi
L’Artrosi è una malattia degenerativa che colpisce la cartilagine, ovvero lo strato di colore chiaro che ricopre le due estremità laterali dell’osso. Un’articolazione ossea è quindi formata da due ossa che si uniscono con le loro teste, ricoperte quindi di cartilagine, ed avvolta da una capsula articolare che ha lo scopo di stabilizzare l’articolazione e contenere il liquido lubrificante chiamato “liquido sinoviale”.
Uno dei compiti del liquido sinoviale è quello di rigenerare la cartilagine, perché l’articolazione abbia un certo grado di movimento. La membrana di cui è costituita la capsula articolare è porosa. Significa cioè che attraverso essa vi è uno scambio di sostanze tra l’interno e l’esterno dell’articolazione. Requisito fondamentale per una corretta vitalità dell’articolazione stessa è quindi il movimento! Il corretto scambio delle sostanze attraverso le porosità della membrana, e la rigenerazione del liquido sinoviale, avviene attraverso un movimento libero e completo dell’articolazione stessa.
Quindi una articolazione limitata, parzialmente bloccata, innesca processi negativi a circolo vizioso. Maggiore invece sarà la libertà dell’articolazione, maggiori gli scambi di sostanze utili, e viceversa. L’artrosi, dicevamo, è una malattia degenerativa, subdola ed invalidante. Si può tranquillamente affermare che dopo i 40 anni colpisce praticamente ogni persona.
Degenerativa significa che essa peggiora nel tempo, e questo è legato principalmente allo stile di vita della persona. Subdola significa cioè che essa “lavora” molto lenta, silenziosa, limitando in modo impercettibile i nostri movimenti, giorno dopo giorno. Talmente impercettibile da non rendersene conto. Invalidante perché ad un certo punto il dolore e l’impotenza funzionale saranno presenti quasi o quotidianamente, rendendo poco piacevole la qualità della vita.
Controllo del Dolore e Farmaci
Ad un certo punto però i segni di questa malattia iniziano ad essere avvertiti dal paziente. Inizialmente come piccolo fastidio, nel tempo esso degenera in dolore. Il dolore si sa porta il paziente a limitare l’uso dell’articolazione, innescando una riduzione delle sostanze utili alla rigenerazione. E qua, generalmente, si ricorre immediatamente al farmaco. Ma per quanto sopra citato, il dolore è infatti la “spia” che si accende ed attraverso la quale il nostro corpo vuole informarci che “qualcosa non funziona a dovere”.
Va da se che agire su un problema meccanico come l’artrosi attraverso la chimica, non risolve il problema, ma offre solo una momentanea riduzione del dolore. Per capirci, il paziente non avvertirà dolore, o minore, ma l’articolazione colpita rimarrà ridotta nel suo movimento. E questo è assolutamente negativo.
Protesi
Le protesi, ultima possibilità per il paziente, vengono utilizzate ove sia possibile (ginocchio, anca, spalla), quando l’articolazione è degenerata a tal punto da rendere la qualità della vita indubbiamente poco soddisfacente. L’Artrosi colpisce tutte le articolazioni ma è invalidante nei piedi, ginocchia, anche, lombare, cervicale e mani.
Conclusioni
Assumendo un farmaco in un problema di artrosi, generalmente un antidolorifico o antinfiammatorio, non agiamo in modo molto intelligente. Infatti, eliminando il dolore noi sottovalutiamo il problema. La nostra artrosi, proseguirà infatti il suo lavoro di usura articolare, indisturbata. Se ad essa non verrà prestata la massima attenzione, cosa che purtroppo avviene molto frequentemente per quanto appena detto, le conseguenze nel tempo saranno molto pesanti.
Con le giuste tecniche manuali si restituisce mobilità alla parte colpita. Il liquido sinoviale che ha il compito di rigenerare la cartilagine riprenderà la sua funzione e la persona avrà guadagnato benessere e movimento. Il dolore sarà solo uno spiacevole ricordo. Se trattata con la giusta considerazione che merita, l’Artrosi non rappresenta assolutamente un problema.
Il dolore deve scomparire per ripresa del movimento e della funzione corretta, cioè in modo scontato, ovvio, naturale. Questo significa fare attenzione alla “spia” che accende il nostro corpo.